La riforma della PAC 2023-2027
2 Luglio, 2021 10:06 amI Ministri dell’Agricoltura dei Paesi membri dell’Unione Europea hanno accettato l’accordo provvisorio raggiunto lo scorso 25 giugno dal Parlamento Europeo sui principali aspetti della riforma della Politica Agricola Comune (PAC).
La riforma intende rafforzare il sistema agroalimentare europeo, rendendolo più verde, equo e sostenibile, con l’introduzione di misure di tutela ambientale (nell’ambito del Green Deal europeo) ed il rafforzamento dei sostegni destinati alle aziende agricole di piccole dimensioni e ai giovani che intraprendono l’attività agricola.
Gli Stati membri devono ora sottoporre al vaglio della Commissione Europea, entro il 31 dicembre 2021, i loro piani strategici nazionali.
Una volta approvata definitivamente, la nuova PAC troverà applicazione nel periodo 2023-2027 (fino ad allora continuerà ad applicarsi il regime transitorio concordato nel 2020).
L’accordo raggiunto con il Parlamento Europeo assegna 350 miliardi di euro al settore agricolo, di cui 34 miliardi sono destinati all’Italia (50 miliardi considerando il cofinanziamento nazionale dei fondi destinati allo sviluppo rurale).
Tra le tante novità previste dalla riforma della PAC assume particolare rilievo l’applicazione di una sanzione amministrativa in capo agli agricoltori (beneficiari di pagamenti diretti) che non garantiscono il rispetto delle condizioni di lavoro previste dalla legislazione sociale unionale.
La nuova Politica Agricola Comune, inoltre, prevede l’introduzione di svariate misure volte a incentivare l’adozione di pratiche agricole maggiormente rispettose dell’ambiente.
È previsto, tra l’altro, il rafforzamento e l’ampliamento delle condizioni che gli agricoltori devono rispettare per ricevere il sostegno della PAC, tra le quali la conservazione dei suoli ricchi di carbonio attraverso la protezione di paludi e torbiere, e quote minime di terreni coltivabili (3%) da destinare a elementi caratteristici del paesaggio per proteggere la biodiversità.
La riforma della PAC comprende anche misure volte a ridistribuire i fondi a favore delle aziende agricole di piccole e medie dimensioni, tra le quali assume particolare rilievo l’obbligo, in capo ai Paesi membri, di riorientare almeno il 10% dei pagamenti diretti a favore di tali imprese.
La riforma prevede anche la transizione a una PAC basata sull’efficacia delle azioni intraprese, che darà agli Stati membri la libertà di attuare interventi su misura sulla base di una pianificazione strategica e di obiettivi condivisi specifici, da rendicontare annualmente.